Poi sono andato ad Arezzo a copiare Piero della Francesca. Complessivamente tenendo conto dei miei viaggi e dei miei soggiorni in Toscana, devo averci vissuto almeno due anni. Per sopravvivere facevo di tutto: lavapiatti in un ristorante di Firenze, guida turistica, interprete… Ma nella chiesa di San Francesco, ad Arezzo, ero completamente solo con Piero e i suoi affreschi. Erano momenti magici. A quei tempi nessuno parlava di lui. […] La grande arte è sempre semplificatoria.
(Balthus, Riflessioni di un solitario della pittura, intervista con Françoise Jaunin, ed. Archinto, Milano 2000)


Esiste in ognuno di noi lo spazio da tenere per un personaggio, un luogo, una costruzione.
Sottoscrivo questa tua preziosa sintesi e ringrazio.