Rogers su Munari

Se fosse un musicista, Bruno ci inviterebbe a un concerto di maree, di piogge, di sete fruscianti, di stelle cadenti, di bisbigli. E ci farebbe riudire voci che ci erano passate accanto mentre stavamo distratti. Poiché il suo occhio è ancora più vigile dell’orecchio, ecco che ha trovato per noi alcuni oggetti smarriti in mezzo alla nostra vita quotidiana o in quella, non meno inconsapevole, della natura […] È opera di un artista che una volta tanto non ci comunica il mondo delle sue creazioni, ma quello delle sue scoperte.

(Ernesto N. Rogers, in “Bollettino Arte concreta” n. 1, 1 novembre 1951)

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