A Bukowski non interessavano le cattedrali e le grandi opere d’Arte

Ciò che interessa la maggior parte delle persone mi lascia del tutto indifferente. Comprende un elenco di cose come: balli di società, montagne russe, andare allo zoo, picnic, film, planetari, guardare la televisione, le partite di baseball; andare ai funerali, matrimoni, feste, partite di pallacanestro, corse automobilistiche, letture di poesia, musei, rally, dimostrazioni, proteste, giochi da bambini, giochi da adulti… non mi interessano le spiagge, il nuoto, lo sci, il Natale, il Capodanno, il 4 luglio, la musica rock, la storia mondiale, l’esplorazione spaziale, i cani da compagnia, il calcio, le cattedrali e le grandi opere d’Arte.
Come fa un uomo quasi senza interessi a scrivere di qualcosa, qualunque cosa sia? Be’, io ci riesco. Scrivo, e scrivo di quel che resta: di un cane randagio che scende lungo la strada, di una moglie che assassina il marito, dei pensieri e delle sensazioni di uno stupratore mentre azzanna un panino con un hamburger, della vita in fabbrica, della vita nelle strade e delle stanze dei poveri, dei mutilati e dei pazzi, di stronzate simili, scrivo moltissime stronzate così…

(Charles Bukowski, Shakespeare non l’ha mai fatto, ed. Feltrinelli, Milano 2020)

2 commenti su “A Bukowski non interessavano le cattedrali e le grandi opere d’Arte”

  1. A Vittorio Sgarbi interessa l’Arte.
    Anche senza interessi, ciò che si scrive è qualcosa di nuovo, niente del passato.

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