“Zia” Lina e il felice recupero di quella fabbrica dismessa

Il centro pensato come un’oasi all’interno del degrado, ha diverse attività, ospitate nei capannoni già presenti ed incrementate del sapiente lavoro della Bo Bardi: vi è un teatro di 800 posti, un ristorante, una birreria, una biblioteca, una grande area ricreativa e ludica. Ad accogliere queste attività sono i grandi capannoni, di cui sono rimaste le capriate di 14 m di luce e la muratura esterna, i tramezzi interni, nel progetto, vengono eliminati in favore di ambienti unici e conviviali, lo si spiega dall’affermazione della progettista:
“Architettura per me è vedere un vecchio o un bambino con un piatto pieno di cibo che cammina con eleganza in tutto il nostro ristorante, alla ricerca di un posto per sedersi a un tavolo comune”.

(Maria Rosaria Bruno, Lina Bo Bardi – SESC Pompéia, 2014 da https://www.artwort.com/2014/07/30/architettura/lina-bo-bardi-sesc-pompeia/)

Lina Bo Bardi, SESC Fábrica Pompéia, Sao Paulo, Brasile, 1977. Foto di Paulisson Miura, 2013 (Licenza Creative Commons)

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