– D.C.: Lei è laureata in architettura. Come e quando si è avvicinata alla poesia e quale percorso l’ha portata al teatro sperimentale?
– Mariangela Gualtieri: L’aver fatto Architettura può sembrare una scelta fuorviante rispetto alla poesia e al teatro. In realtà credo sia proprio la miglior formazione che potesse capitarmi, la disciplina che in fondo educa lo sguardo all’arte, a tutte le arti, perché a tutte dà asilo, spazio. La poesia è una entità in cui mi pare di essere caduta: un buco, una fessura, una magnifica voragine in cui sono precipitata, non per mia determinazione. Tutto piano piano si è poi composto, addensato attorno al teatro, un teatro che non amo definire sperimentale perché in realtà mi pare vicinissimo alle origini, alla ritualità e sacralità del teatro al suo inizio.
(da La mia casa è nella parola, intervista a Mariangela Gualtieri di Dolores Carnemolla, 1/12/2015 – https://doloresamacondoblog.wordpress.com/2015/12/01/la-mia-casa-e-nella-parola-intervista-a-mariangela-gualtieri/)
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