Il compagno Niemeyer (1907 – 2012)

Gli angoli retti non mi attraggono. E neppure le linee dure e inflessibili create dall’uomo. Quello che mi piace sono le curve libere e sensuali. Le curve che troviamo nelle montagne, nelle onde del mare, nel corpo della donna che amiamo.
La vita è una merda, è ingiusta e spesso senza senso.
Quando mi ordinano il progetto di un edificio pubblico, cerco di farlo il più bello possibile, differente, che susciti sorpresa. Perché so bene che i più poveri non avranno modo di approfittarne, ma perlomeno potranno fermarsi a guardarlo, e voglio dar loro un attimo di piacere, di sorpresa. Questo è un modo in cui l’architettura può rendersi utile.
Compiere cent’anni non significa niente, già dai 70 in poi cominciamo a dar addio agli amici, alle donne, a tutte le cose che valgono veramente nella vita. Quello che vale è la vita intera, ogni minuto.

(a cura di Jean Petit, Niemeyer. Parole di un architetto, Giampiero Casagrande editore, Lugano 1996)

Le archistar: mi fanno inorridire; la nuova architettura è noiosa e priva di bellezza. Tutti quegli edifici di vetro puntano a stupire, ma non sanno che la bellezza sta nella semplicità e che la tecnologia deve essere sempre al servizio della bellezza.

(Oscar Niemeyer, poco prima di morire)

Oscar Niemeyer, 2008 – Foto di Valter Campanato / ABr (Licenza Creative Commons)

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