Le prime colonne furono certamente tronchi d’albero, il piatto di rinforzo della testa di quelle rozze colonne suscitò l’idea del capitello: l’ordine dorico è completamente funzionale, risultato di tecnica di gente semplice che non aveva tempo da perdere. Più tardi si fanno meno guerre, la gente ha più tempo da perdere e, forse, mettendo a posto un capitello dorico non si avvide che aveva schiacciato tra trabeazione e capitello un serpente capitato lassù per caso: i contorcimenti delle due estremità del rettile generarono l’idea del capitello jonico.
Più tardi ancora, la gente non ha proprio più niente da fare, e non sa come ingannare il tempo: per fortuna muore una nobile e pura giovinetta, e la servente riunite le vesti e altre suppellettili le mette in un cestino e le depone presso la tomba, con una pietra sopra, le erbe e i fiori crescono intorno al cestello; passa un architetto, guarda, e dice: – ecco il capitello che fa per me –. Era nato lo stile corinzio.
(Pier Maria Bardi, Viaggio di architetti in Grecia, contenuto nella rivista Quadrante n. 5/1933)
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Da Architettura Walser, dove le colonne che reggono il tetto fatto in pesanti pietre sono in legno, legate fra di loro con i solai anch’essi in legno.
Un’architettura pietra e legno
Sergio, ricordo bene le case Walser. E quella storia che un materiale leggero sorregge un altro pesante mi ha sempre interessato. E poi quei “funghi” / pilotis di appoggio, tra struttura e scultura, sono semplicemente meravigliosi.