Il mio vecchio non aveva mai desiderato dei figli. Aveva desiderato apprendisti muratori e scalpellini. Aveva invece ottenuto uno scrittore, un cassiere di banca, una figlia sposata, e un frenatore di treni. Si può dire che avesse tentato di trasformare i suoi figli in scalpellini allo stesso modo in cui sapeva trasformare la pietra, ma il colpo era andato a vuoto. Naturalmente aveva fallito perché più ci martellava, più ci allontanava da qualsiasi forma d’amore per l’arte. Quando eravamo bambini, Nick Molise era posseduto da un grande sogno; nella sua testa brillava una gloriosa luce futura:
MOLISE & FIGLI, SCALPELLINI.
(John Fante, La confraternita dell’uva, trad. F. Durante, ed. Einaudi, Milano 2004)