Sfortunatamente, il tasso di mortalità infantile tra le civiltà emergenti e nell’universo potrebbe essere molto alto. Non che la cosa possa preoccupare o disturbare altri che noi, la distruzione di questo pianeta sarebbe insignificante, in prospettiva cosmica: per un osservatore sito nella nebulosa di Andromeda, il segno della nostra estinzione non sarebbe più appariscente di un fiammifero che si accende per un secondo nel cielo; se quel fiammifero fiammeggerà nel buio, non ci sarà nessuno a piangere una razza che usò il potere che avrebbe potuto mandare un segnale di luce verso le stelle per illuminare la sua pira di morte.
(Stanley Kubrick, intervistato da E. Norden, Playboy, 1968; citato in Enrico Ghezzi, Stanley Kubrick, ed. L’Unità – Il Castoro, Milano 1995)
se quel fiammifero fiammeggerà nel buio, non ci sarà nessuno a piangere una razza che usò il potere che avrebbe potuto mandare un segnale di luce verso le stelle per illuminare la sua pira di morte.
C’è tutto Kubrick in quella apocalittica frase.